Otto mesi fa, il momento in cui ho lasciato andare tutte le mie paure e insicurezze. Otto mesi fa, il giorno in cui sono partita per la Nuova Zelanda. Tanta curiosità, troppe emozioni, qualche lacrima e un’infinita felicità. Due valigie sovrappeso, e uno spirito leggero, sognante. Dodici ore di fuso orario da combattere, l’abitudine di parlare una lingua diversa dalla mia. Decollare nel mezzo dell’estate europea e atterrare in pieno inverno nell’emisfero australe. 21 ore di volo più tardi, i miei piedi toccano terra e ricomincio subito a volare insieme ai miei sogni. Una macchina fotografica al collo e due occhi curiosi come mai prima. Ero alla ricerca del diverso, di qualcosa che potesse cambiare me e il mio modo di pensare, di vedere e vivere il mondo. Volevo fare qualcosa al di sopra delle mie aspettative, volevo capire cosa volesse davvero dire la parola coraggio.
Sono cresciuta in una grande città, quindi potete tutti immaginare la mia reazione quando ho scoperto che la mia casa sarebbe stata, per un intero anno, una fattoria in mezzo al nulla. Il vicinato sarebbe stato composto da pecore, mucche e cervi. Non sapevo cosa aspettarmi, non avevo idea di come mi sarei trovata, e ora, dopo otto mesi, ho una risposta. Mi sento a casa, a 18000 km da quella città in cui sono cresciuta. Non è stato facile, all’inizio, adattarsi alla mancanza di mezzi pubblici e di tutte quelle comodità che il centro città ti offre, ma è solo grazie alla mia famiglia ospitante se ci sono riuscita. Sono delle persone fantastiche, generose, e dal primo momento mi hanno fatto sentire parte della famiglia. Ho due sorelle ospitanti più piccole di me di qualche anno, e adoro il rapporto che abbiamo costruito in questi mesi. La mia mamma ospitante è sempre disponibile per me e cerca sempre di assecondare le mie scelte. Nonostante non mi conosca così bene, riesce sempre a capire se qualcosa non va ed è sempre lì per me, come una vera mamma. Se mi chiedete di descrivere il mio papà ospitante, la prima cosa che mi viene in mente è “He’s a legend!” Non lo sostituirei con nessuno al mondo, è sempre capace di farmi sorridere.
Sono una persona socievole, quindi fare amicizie non è mai stato un problema, anche perché i kiwi sono molto accoglienti ed estremamente”easygoing”. Ora che sono all’estero sono ancora più fiera delle mie origini italiane, e mi piace condividere la mia cultura con tutte le persone che ho conosciuto. I ragazzi della mia età hanno abitudini diverse da quelle che ho io con i miei amici italiani, e farne parte è travolgente e sempre interessante. Posso dire di aver trovato amicizie vere e ne sono davvero felice.
L’atteggiamento giusto per vivere al meglio un’esperienza come l’anno all’estero è osare sempre, e davanti a ogni insicurezza ripetersi “fallo e basta”. E’ la chiave per non avere rimpianti, e vivere avventure impensabili che magari non capiteranno mai più nella vita. Non dite mai di no, nemmeno se siete stanchi e non avete voglia di fare niente. La paura non esiste, rimuovete questa parola dal vostro vocabolario. Non c’è tempo per avere paura, è solo un freno. Fate che i vostri timori si trasformino in adrenalina, come è successo a me quando sono saltata da un aereo con un paracadute, o quando ho avuto la possibilità di fare bunjee jumping.
La vita è meravigliosa, credetemi, apprezzate ogni piccola cosa, che sia un sorriso o un’esperienza.

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